Cari docenti, vogliamo smetterla di fare i retrogradi? – di Luigi Gaudio
Impauriti dagli scrutini elettronici; ignoranti sulle LIM; lontani anche solo dal pensare ad utilizzare cellulari, i-pod, e-book nella didattica; orgogliosamente, testardamente ed esclusivamente legati alla penna e al quaderno: così mi immagino i docenti italiani.
Tuttavia, non preoccupatevi. In realtà so bene che non è così, nel senso che i docenti che si accostano alle tecnologie per scopi didattici sono aumentati molto in questi ultimi anni.
Volevo solo lanciare una provocazione ai miei colleghi, come quando una mamma sgrida i suoi bambini perché vuole loro bene.
Una indagine di Avg, l’ azienda dell’antivirus scaricato da molti nella sua versione freeware, dimostra che il 25% dei bambini fra 2 e 5 anni sa navigare in internet. Per una generazione simile, che arriverà sui banchi fra poco, pensare ad una scuola non interattiva vuol dire già in partenza preventivare uno stato di difficoltà di inserimento e integrazione nelle nostre aule vetuste, come quando due persone parlano due lingue diverse e fanno fatica a comunicare tra di loro.
Provate a pensare a chi nel cinquecento si affidava ancora agli amanuensi e ai manoscritti, mentre in tutto il mondo circolavano i testi stampati: varrebbe la pena di evitare anacronismi, oggi come allora.
La mia esperienza è che l’utilizzo dell’informatica ai fini didattici è faticoso (nel senso che occupa molto tempo) ma gratificante, a condizione che non sia fine a se stesso: se uno non ha niente da comunicare o da insegnare ad un altro, può avere anche gli strumenti tecnologici più aggiornati del mondo, ma non trarrà del contenuto da qualcosa che è, e rimane, solamente un mezzo.
Tuttavia, non preoccupatevi. In realtà so bene che non è così, nel senso che i docenti che si accostano alle tecnologie per scopi didattici sono aumentati molto in questi ultimi anni.
Volevo solo lanciare una provocazione ai miei colleghi, come quando una mamma sgrida i suoi bambini perché vuole loro bene.
Una indagine di Avg, l’ azienda dell’antivirus scaricato da molti nella sua versione freeware, dimostra che il 25% dei bambini fra 2 e 5 anni sa navigare in internet. Per una generazione simile, che arriverà sui banchi fra poco, pensare ad una scuola non interattiva vuol dire già in partenza preventivare uno stato di difficoltà di inserimento e integrazione nelle nostre aule vetuste, come quando due persone parlano due lingue diverse e fanno fatica a comunicare tra di loro.
Provate a pensare a chi nel cinquecento si affidava ancora agli amanuensi e ai manoscritti, mentre in tutto il mondo circolavano i testi stampati: varrebbe la pena di evitare anacronismi, oggi come allora.
La mia esperienza è che l’utilizzo dell’informatica ai fini didattici è faticoso (nel senso che occupa molto tempo) ma gratificante, a condizione che non sia fine a se stesso: se uno non ha niente da comunicare o da insegnare ad un altro, può avere anche gli strumenti tecnologici più aggiornati del mondo, ma non trarrà del contenuto da qualcosa che è, e rimane, solamente un mezzo.
Ultimamente abbiamo reso disponibili sul ns sito web alcune versioni trial dei nostri prodotti software per la didattica, fra i quali "ScriviFacile MathAlgebra":
RispondiEliminahttp://www.voceviva.it/page9It.html
Consapevoli della grande utilità formativa e sociale che i nuovi prodotti tecnologici potranno svolgere nell'apprendimento e nella maturazione di importanti abilità e conoscenze di base, attueremo riduzioni e sconti sui prezzi per le Scuole e per il Sostegno.
Vedere anche:
http://www.voceviva.it/page4.html
Distinti saluti
Il gruppo di lavoro e ricerca
SLD SOFTWARE