Post

Visualizzazione dei post da 2011

Steve Jobs: "L'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate"

Riprendiamo un breve brano dal discorso che Steve Jobs ha tenuto a Stanford nel 2005, e che costituisce un' ottima sintesi di cio' che puo' rendere umano un lavoro, e una vita: "Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l'unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l'amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l'avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a ch

Ma perché ce l'hanno tutti con l'Invalsi? – di Luigi Gaudio

Immagine
I risultati dei sondaggi che io stesso ho lanciato sul blog Atuttascuola 2.0 sono per me sconfortanti Infatti la maggior parte dei votanti ha espresso una feroce critica nei confronti dell'Invalsi. Analizziamo i dati dei due sondaggi: Sondaggio n.1 Grafico Sondaggio n.1 Sondaggio n.2 Grafico Sondaggio n.2 Come si vede, circa la metà degli intervistati ritiene che le Prove Invalsi siano inutili e inaffidabili e che non devono mai fare media con i voti presi durante l'anno, perche sono prove calate dall'alto. Io personalmente non condivido tale sfiducia, poiché conosco in prima persona la cura e la disponibilità degli esperti dell'Invalsi, e dei docenti che si prodigano, spesso gratuitamente, per testare le prove. Infatti, sono uno dei più convinti sostenitori della necessità di un Sistema Nazionale di Valutazione, e di un Istituto che faccia i rilevamenti, non solo degli apprendimenti degli studenti. Per me occorrerebbe valutare tutti: i docenti, i dirigenti, le scuole e

Maturità: i casi disperati … dei docenti - di Luigi Gaudio

Immagine
C'era una volta lo stress da maturità. Si diceva "la matura fa paura" e la nostra generazione ha vissuto la notte prima degli esami come uno dei riti di passaggio più traumatici e complicati. Adesso, invece, ad essere stressati sono i docenti. I due casi di cronaca di cui hanno riferito i giornali nelle scorse settimane sono emblematici. Da una parte una docente di Bronte che cerca di passare la versione al figlio, e per questo viene sospesa dalla commissione di maturità (non dal servizio, per fortuna sua). Dall'altra una docente di Palermo, convinta di non avere valutato correttamente i compiti dei candidati agli esami di maturità, si è tagliata le vene tentando il suicidio. Si tratta di casi estremi, ma che dimostrano un disagio sia nella condizione del genitore, sia in quella del docente: un disagio indice di una mancanza di serenità, di consapevolezza del proprio ruolo, che ciascuno di noi svolge certamente con dubbi e  fatiche, ma che non dovrebbe portare a quest

Abolire il valore legale dei titoli anche per Renzi (PD) - di Luigi Gaudio

Questa volta non solo i Giovani industriali, come il loro rappresentante Jacopo Morelli, ma anche un esponente di spicco, anche se un po' scomodo talvolta, del PD, come Guido Renzi, sindaco di Firenze, a concordare sulla necessità di abolire il valore legale dei titoli. I giovani hanno bisogno non di assicurazioni come c'erano una volta (il posto fisso, il pezzo di carta, ecc...), perché queste, nel confronto con la realtà del mondo del lavoro, si sono rivelate illusioni assolutamente non corrispondenti alla realtà. Possibile che nessuno capisca che un conto era l'Italia che usciva dalla guerra, con determinati problemi sociali, e un altro conto è l'Italia del 2011? Luigi Gaudio se vuoi tenerti informato sulle cose che faccio, sottoscrivi la newsletter gaudio.org in questa pagina web http://www.gaudio.org/news/?p=subscribe&id=1  e conferma l'iscrizione cliccando sulla email di conferma

La matura non fa più paura (e si studia di meno) - di Luigi Gaudio

Da un’ indagine condotta dal portale studentesco studenti.it, in collaborazione con SWG, su oltre 800 maturandi, risulta che il 23% studia meno di un’ora al giorno ed il 29% non più di due-tre ore. Insomma, solo 1 candidato su 4 passa sui libri sei ore al giorno. Questo è quanto pubblicato sul sito Tecnica della Scuola il 13 giugno 2011 da  Alessandro Giuliani. Le considerazioni che ci sentiamo di fare sono le seguenti: N on è vero che questo dipende dal web , ma dal fatto che le prove non sono poi così impossibili e assurde come temono sempre i ragazzi. L’anno scorso il testo di Primo Levi e il saggio breve sulla ricerca della felicita, quello sul ruolo dei giovani nella storia e nella politica, o quello sulla eventualità di presenza della vita su altri pianeti hanno convinto anche i più riottosi della fattibilità dell'esame. Attenti però a non sottovalutarlo, a preparare bene la seconda e la terza prova scritta, e a fare una tesina che non sia un collage raffazzonato dal web, ma

Ma il voto in pagella è la stessa cosa della certificazione delle competenze? - di Luigi Gaudio

Immagine
Il problema che si è evidenziato quest'anno con la certificazione alla fine dell'obbligo è la contraddizione fra gli esiti delle prove sulle conoscenze e i livelli di competenza raggiunti. In altri termini, alcuni alunni, magari indolenti e incostanti, se non addirittura del tutto assenti o ostili al lavoro scolastico, hanno dimostrato invece, magari, di avere competenze, anche ad un livello avanzato. Ma questo, invece di essere un problema, potrebbe essere una risorsa, qualcosa che mette in crisi l'idea che noi abbiamo di quel ragazzo, totalmente negativo, nullo o inesistente, che però, si scopre, avere delle doti nascoste. Questo mostra un fianco scoperto della nostra scuola, che è brava a bocciare, ma non sempre a promuovere o valorizzare, che talvolta esclude o emargina alcuni, che potrebbero invece essere recuperati. Il punto infatti è come "recuperare" quegli alunni, come interessarli, coinvolgerli, sviluppare le loro capacità, e non come liberarcene, perché

Le manie di protagonismo dei docenti - di Luigi Gaudio

Immagine
Uno dei problemi principali che nega la possibilità di una presenza professionale comune, oltre all'ostacolo persistente del burocraticismo ministeriale, è quella delle manie di protagonismo. La professione del docente, così come quella del dirigente, è una esperienza che esprime il massimo della sua possibilità quando il professionista non punta solo su se stesso, ma su un team di colleghi. Faccio un esempio: ho sempre preparato e realizzato il mio lavoro da solo, ma quando ho provato a confrontarmi con una collega, a progettare, programmare insieme, verifiche, compiti, letture e approfondimenti, questo ha generato un di più per me, e per i miei alunni. Quell'incontro, una volta alla settimana, non è stata una perdita di tempo, benché fosse al di fuori del mio orario di lavoro, e tante sono le incombenze della vita: ma tenerci a questo, così come aderire ad una associazione professionale, dà un respiro nuovo al proprio lavoro: è una proposta culturale che rende il proprio lavo

Prove invalsi: un’occasione per ristrutturare la scuola - di Enrico Maranzana

Immagine
Il dibattito e le resistenze che si sono frapposte all’accertamento delle competenze, curato dell’Invalsi, hanno consentito di rilevare la distanza dei punti di vista dei soggetti in campo, divario originato della confusione che regna nell’amministrazione della scuola. In questo scritto si prospettano alcuni interventi volti a superare la parcellizzazione del gestione e, di conseguenza, a portare a unità il servizio scolastico. Responsabilità ministeriali L’invalsi è un organismo consultivo del MIUR non connesso direttamente con i singoli istituti scolastici. Ne consegue che le sue verifiche, finalizzate al “ progressivo miglioramento e dell’armonizzazione della qualità del sistema di istruzione e di formazione ”,  dovrebbero essere precedute da una comunicazione ministeriale che fornisce alle scuole, vincolandole, l’insieme delle competenze entro cui il valutatore selezionerà quelle da monitorate. Se le indicazioni nazionali del maggio 2010 fossero state concepite in tale ottica, non

Educare al desiderio – di Luigi Gaudio

Immagine
Giorgio Gaber in una sua canzone diceva: " Il desiderio [...] è il primo impulso per conoscere e capire / è la radice di una pianta delicata / che se sai coltivare / ti tiene in vita". Sappiamo che nell'indagine CENSIS pubblicata nel dicembre 2011 sulla situazione sociale del paese, emergeva una mancanza di desiderio che sta alla base della mancanza di motivazione e di spinte al miglioramento che si segnala nella nostra società (e non solo tra i giovani). Eppure, sembra che noi inegnanti non ci rendiamo conto di questo, anzi siamo spesso fra le persone più prive di desiderio. Alcune frasi che spesso circolano nelle aule insegnanti sono: "Le ho provate tutte, ma non è cambiato nulla", oppure "In questo clima sociale e politico chi ce lo fa fare di impegnarci?" Di fronte a questi atteggiamenti, sintomo di una depressione che trascina tutto, dobbiamo riconoscere che ciò che manca è un adulto che sappia indicare prospettiva di vita. Se noi siamo i primi a

L’ossessione della privacy a scuola – di Luigi Gaudio

Immagine
Sembra che a scuola ci sia davvero l'incubo di violare la privacy. Intendiamoci, è sacrosanto rispettare la sfera personale, ma la scuola non può basare su questa asetticità la propria azione educativa. Certamente, soprattutto nei confronti degli alunni minorenni, l'attenzione deve essere costante, ma, p ortando alle estreme conseguenze il discorso, se prevale la privacy sull'intento educativo, la scuola non ha più senso di esistere. La scuola vera, quella che vuole educare e formare i ragazzi, intende spaccare la crosta di difesa che l'individuo della società moderna innalza per difendersi dall'altro. La scuola si basa sulle relazioni, e   le relazioni sono il contrario della privacy, sono per eccellenza "violazione" della privacy. La scuola è anzitutto relazione fra persone, creazione di legami, che entrano nel nostro spazio personale per modificarlo. Siamo in un mondo di narcisi autoreferenziali, in cui ognuno vuole stare da solo e basta a se stesso, pe

Valutazione implicita – di Luigi Gaudio

Immagine
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una levata di scudi di insegnanti e dirigenti contro la sperimentazione della valutazione dei docenti e delle scuole. Attenzione, però, se non si accetta la valutazione esplicita del proprio operato, occorre sapere che vi è comunque una valutazione implicita. Vale a dire che gli studenti, i genitori, ecc … che lo vogliamo o no, ci giudicano in base alla esperienza personale, e in base anche alla propria sensibilità. Sta a noi accettare criteri oggettivi e pubblici di valutazione, oppure sottoporci solo a questi criteri   soggettivi. Tutti noi valutiamo, e tutti siamo valutati. Questo fa parte della vita, e fa parte della scuola, e lo sappiamo bene noi, che valutiamo ogni giorno i nostri alunni. Quindi non dobbiamo avere paura di questo. Dobbiamo, semmai, ricercare e favorire quegli strumenti di valutazione delle scuole e dei docenti che tengano conto di tutti i fattori, ma non possiamo più combattere con tutti i mezzi contro la valutazione del nos

Segnali di interesse dei politici per la professionalità dei docenti - di Luigi Gaudio

Immagine
Dopo anni e anni in cui si è parlato di tutto, tranne della professionalità dei docenti, finalmente vien fuori una Proposta Di Legge a firma Gabriella Carlucci (on. del PDL) che incomincia, come gia' aveva fatto il PDL Aprea (anche quello inspiegabilmente perso entro i meandri delle sale parlamentari) a disegnare un albo professionale dei docenti. Siamo già intervenuti al proposito, anche con video come questo: http://www.youtube.com/watch?v=IxG6kfjcGPw http://www.youtube.com/watch?v=xe63Csr2WgQ per propugnare la creazione di un ordine professionale degli insegnanti. Lo scopo di queste novità incredibili per lo scenario italiano, ma realizzate da decenni in altri paesi, non è quello di irreggimentare i docenti, anzi l'esatto contrario. La creazione di un albo della nostra professione è la prima pietra da gettare per una effettiva autonomia della nostra categoria dai politici di turno, per una valorizzazione delle figure professionali che già ci sono, ma non sono affatto riconos

Fare l'orto a scuola - di Luigi Gaudio

Il progetto vincitore di un concorso per le scuole di "Repubblica on-line" è stato il progetto "Per una scuola ecosostenibile" del liceo scientifico Enrico Fermi di Bari, che propone la trasformazione degli spazi aperti della scuola in verde destinato alla frutticoltura, alla coltivazione degli aromi e addirittura alla vendita dei prodotti al di fuori della scuola stessa A me sembra che questa proposta possa essere utilmente fatta propria da altre istitutuzioni scolastiche. Oltretutto, siamo a conoscenza di una pratica simile realizzata presso l'Istituto Tecnico Agrario "Castiglioni" di Limbiate, ma l'esperienza di Bari dimostra che una pratica del genere non è specifica di un indirizzo di studi, e può essere condotta a diversi livelli in molto ambienti scolastici.. Queste sono le occasioni in cui emergno le competenze trasversali di cui oggi tanto si parla (lavorare in gruppo, progettare, risolvere problemi, ecc...). Sono convinto infine che attiv

Valutare le competenze in situazione - di Luigi Gaudio

Partiamo da una definizione di competenza, dello studioso Le Boterf: “I soggetti competenti sono in grado di mobilitare ed integrare risorse conoscitive ed affettive interne ed esterne per affrontare problemi inediti, non riconducibili a soluzioni di routine, che si presentano in contesti reali significativi attraverso performance efficaci ed efficienti, secondo modalità eticamente e socialmente condivisibili” (Le Boterf, 2000) Quindi, la competenza deve essere manifestata, altrimenti non si vede. Perciò, per poter attribuire a qualcuno una competenza bisogna vederla in azione. Il soggetto competente cambia le strategie di fronte alle situazioni, si sa autoregolare, non è rigido. Occorre quindi proporre agli allievi delle prove in cui queste capacità sono valorizzate. Il compito deve essere complesso, poiché la competenza include una varietà di componenti, fisici e psicologici. Un esempio potrebbero essere le prove situate: Per approfondire, leggere la prove situate Prove situate Le pr

Vademecum per i genitori: cose da fare e da evitare

Pubblichiamo una specie di decalogo, tratto dall'articolo "Genitori non scoraggiate i figli, provate a rafforzare il loro Io" della psicologa Silvia Vegetti Finzi, docente di Psicologia dinamica all'Università di Pavia, convinti, per esperienza personale, che il mestiere più difficile, oggi come oggi, sia quello dei genitori, e prorpio per questo, occorre essere aiutati. Da non dire Minacciare «Se non studi, niente uscite il sabato sera e niente paghetta per due mesi» Promettere «Se studi ti compro la moto e ti pago il viaggio con gli amici» Lodare eccessivamente «Sei così brillante, intelligente, non ha quasi bisogno di studiare!» Svalutare «Sei un incapace, resterai per sempre un fallito» Caricare di responsabilità «Mi aspetto il massimo. Non mi devi deludere» Da dire Parlare «Ho visto che la scuola non va bene. C'è qualcosa che non va?» Incoraggiare l'impegno «Apprezzo i tuoi sforzi. Mi fido che farai del tuo meglio» Aiutare l'autostima «Questa materia

Gli insegnanti non sono contenti di protestare - di Luigi Gaudio

Immagine
I collegi docenti e le aule insegnanti sono in mano ai professori più esagitati e incattiviti. Le contestazioni si moltiplicano. La maggioranza si accoda, ma dentro di sé non è contenta. Le mozioni vengono approvate all'unanimità, o quasi, e i docenti che la pensano diversamente si schermiscono e ritengono che non valga la pena di discutere di scuola o di apprendimento, perché non sembra questo l'oggetto del contendere. Il collegio rifiuta all'unanimità la proposta ministeriale di valutazione delle scuole e dei docenti, ma molti insegnanti sono consapevoli che l'assenza di una valutazione è tra le cause principali di una mancanza di stima e di professionalità della categoria. Il Collegio delibera di non effettuare   gite e viaggi di istruzione nell'anno in corso, ma un docente sa che il viaggio di istruzione, se ben preparato e organizzato, è un incontro fondamentale con la realtà fuori dalla scuola, e costituisce la possibilità di una convivenza umana più stretta e

La Bellezza rende tale un’aula scolastica – Luigi Gaudio

Immagine
Alcune riflessioni di questa settimana, come quella di Stefano Versari sul sito ADI, e quella di Silvano Tagliagambe sul sito Education due punto zero, mettono profondamente a tema il seguente interrogativo: "può un ambiente scolastico favorire l'apprendimento?" Noi siamo convinti di questo, senza raggiungere eccessi radicali di comportamentisti o altri. Per questo, riportiamo qui sotto alcuni passaggi dell'intervento di Stefano Versari nel corso della introduzione al seminario internazionale: "Il dito e la luna", organizzato dall'ADI (associazione Docenti Italiani) a Bologna il 25 e 26 febbraio 2011. La nostra mente ha bisogno di luoghi privilegiati, deputati, di dimore in cui essere favorita e sostenuta nella sospensione del tempo in cui il pensiero si sofferma. Non a caso il termine aula deriva dal greco e sta , in una delle sue accezioni, per dimora . Dunque l'aula è la dimora scolare in cui si esercita l'azione del pensiero. Chiediamoci al

Le competenze in Francia – di Luigi Gaudio

Immagine
La Francia ha costruito un livello delle competenze in tre tappe, corredato dai compiti degli insegnanti, comprese le prove di valutazione, che porta alla costituzione di un libretto delle competenze che accompagna l'alunno lungo tutto il corso di studi. Riportiamo gli articoli dal 6 al 9 del Decreto n. 2007-860 del 14 maggio 2007, che riusciamo a leggere con facilità anche noi, che non abbiamo competenze in lingua francese. Teniamo presente che il "college" equivale più o meno alla nostra scuola media, e che il "socle commun" è lo zoccolo comune di conoscenze e di competenze, dettagliato nella normativa francese. Speriamo che questa lettura sia di buon auspicio e fonte di cambiamento per chi, tra noi, ha salutato con un pregiudiziale rifiutato a suo tempo la proposta del portfolio delle competenze di morattiana memoria, e oggi rifiuta ogni apertura alla certificazione progressiva e continua delle competenze Article D311-6 Le livret personnel de compétences e

Meglio le indicazioni nazionali delle Linee Guida – di Luigi Gaudio

Immagine
Osservando i documenti del riordino del secondo ciclo, siamo arrivati alla conclusione che, nell'ottica delle competenze, le Indicazioni Nazionali dei Licei diano più spunti utili agli insegnanti rispetto alle Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali. Qualcuno sbrigativamente, o ideologicamente, perché gli è antipatico Max Bruschi, o chissà per quale altro motivo, va dicendo in giro che le Indicazioni Nazionali dei Licei sono scritte secondo la vecchia logica dei programmi, mentre le Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali indirizzano verso una scuola delle competenze. Io non sarei così schematico nel separare il bene dal male. Diciamo che il Riordino dei Licei ha avuto un iter diverso rispetto a quello dei Tecnici e dei Professionali, ma sul versante delle competenze le indicazioni nazionali danno una direzione di lavoro più dettagliata rispetto alle Linee Guida, e sarebbe pregiudiziale e ideologico dire che non cambiano nulla, senza averli letti. Facciamo un esempio concre

Giuste le tracce impreviste all'esame di stato – di Luigi Gaudio

Immagine
E' giusto che all'esame di stato ci siano compiti imprevisti, perché il nostro diploma dovrebbe corrispondere al livello 4 dello standard EQF, in cui (a differenza del livello 3) l'alunno deve essere in grado di affrontare situazioni non note. Accade sempre più spesso che nel corso dell'esame di stato qualche candidato esca con affermazione di questo genere: "Ma questa cosa non l'avevamo studiata in letteratura" nel corso della prima prova. Oppure: "Questo argomento non faceva parte del programma" nella materia della seconda prova. Infine, una lamentela del genere compare anche durante la terza prova, soprattutto se a elaborarla è qualche commissario esterno. Risultato: sembra esserci il diritto che le prove di esame siano tutte in linea con le prove già effettuate durante l'anno. Vale la pena, allora, di far presente ai ragazzi, che ciò che distingue il diploma dalla qualifica è proprio la capacità di applicare le proprie conoscenze ad una s

Smentiti gli uccelli del malaugurio del riordino – di Luigi Gaudio

Immagine
Riforma epocale o disastro epocale? Nessuno dei due. Il riordino delle superiori si è dimostrato, ad un anno di distanza dalla sua introduzione, per quello che era sin dall'inizio: un riaggiustamento e una razionalizzazione dell'esistente. Sapete cosa succede alla fine di ogni anno solare? Succede che ci si accorge che le profezie fate all'inizio dell'anno sono state vistosamente smentite dalla realtà. Solo che nessuno, o quasi nessuno, si prende la briga di controllare l'avvenuta realizzazione di oroscopi e pronostici. La stessa cosa sta avvenendo nelle scuole. Sarebbe infatti interessante leggere i proclami o i presagi relativi al riordino del secondo ciclo di un anno fa circa. Scopriremmo che non si è realizzato nessuno dei cambiamenti epocali, in meglio o in peggio, auspicati o paventati. In realtà la scuola superiore ha percorso i suoi soliti binari e il riordino è stato troppo poco rivoluzionario. Certo, si sono sistemate alcune storture del passato, come il b

Prove INVALSI: l’accento sulla esperienza della realtà - di Luigi Gaudio

Immagine
C'è una cosa cui ci costringono le prove INVALSI, che nel prossimo mese di maggio riguarderanno non più solo le scuole del primo ciclo, ma anche quelle del secondo ciclo: ed è fare i conti con la realtà, con l'esperienza. Il limite della scuola italiana, lo si è sempre detto, è proprio la distanza dalla realtà, l'autoreferenzialità, per cui quello che sa fa a scuola rischia di non avere niente a che fare con quello che avviene fuori dalla scuola. Si crea così un mondo a parte, con le sue leggi, le sue regole, che nulla hanno a che vedere con il resto della vita. Ebbene, le prove INVALSI ci costringono invece a rivedere il nostro curriculum, a rapportarlo più saldamente con la realtà, e questo in tutte le materie oggetto dei test. Anzitutto in Italiano, poiché l'accento è posto sui testi, sulla comprensione dei testi e, e non sulla terminologia narratologica fine a se stessi (punto di vista, flashback, ecc….). Poi in matematica, soprattutto in matematica. In generale, o

Stimolare la capacità critica nei confronti dei "media" - di Luigi Gaudio

Il compito del docente, quando ci si accosta alla TV e alle nuove tecnologie è particolarmente importante. Appropriarsi dei linguaggi della tecnologia è un esercizio che non è fine a se stesso, ma che dovrebbe dotare gli studenti di quegli strumenti che possono permettere loro di non cadere nei tranelli della comunicazione di massa. Approfondiamo il discorso sulla TV (1) e sui nuovi media (2). 1) Per quanto riguarda la Tv, il potere che essa esercita è dovuto spesso alla mancanza di consapevolezza dei mezzi utilizzati. Ad esempio, i gesti e i volti dei protagonisti, le inquadrature e il mixaggio di una trasmissione, non sono neutri. Essi sono anzi gli strumenti attraverso i quali lo spettatore è condotto a pensare non con la sua testa, ma lasciandosi influenzare dal mezzo. Rendersi conto di questo, magari facendo una ricerca su una trasmissione, con tanto di analisi delle posture, degli sguardi in macchina, delle inquadrature dei particolari, ecc…, oppure confrontando il modo diverso i

Immaturi: ecco i guai del valore legale titolo di studio - di Luigi Gaudio

Il Tribunale di Palermo ha condannato alcuni presidi e impiegati di istituti privati che distribuivano titoli falsi, ed ha annullato la validità del diploma di oltre cento persone. Sembra la trama del film "Immaturi", ma certe volte la realtà supera la fantasia Eppure ci sarebbe un modo molto semplice per evitare il proliferare di diplomifici: l'annullamento del valore legale del titolo di studio. In questo modo, il Diploma del Liceo varrebbe in quanto Diploma di Quel Liceo, non in quanto titolo statale, insomma acquisterebbe un valore sostanziale solo se davvero in quella scuola si lavora in un certo modo, non perché c'è il timbro dello stato. Tuttavia, come in tutto ciò che riguarda la scuola, in Italia c'è un immobilismo preoccupante anche su questo fronte, e intanto si moltiplicano le disparità e le ingiustizie, ed una persona è avvantaggiata dal suo "cento" acquisito in una scuola più "facile", mentre un'altra è penalizzata perché nell

Sapete che nei licei finlandesi predomina la lezione frontale? – di Luigi Gaudio

Immagine
La lettura del testo Tre anni dopo: Paul Robert rivisita le scuole finlandesi   sul sito dell'ADI (Associazione Docenti Italiani) è molto interessante, perché l'autore Paul Robert è costretto ad ammettere che la Finlandia, la terra dell'insegnante "vicino agli allievi piuttosto che dietro la cattedra" (ma questo vale per la primaria) in realtà, quando si tratta di indirizzare gli studenti agli studi superiori, tra lezioni frontali e monologhi dei professori, è molto tradizionale. Certo, vi   è un forte accento sulla responsabilità dello studente, che è molto spiccata in una struttura scolastica liceale quasi pre-universitaria, in cui gli studenti scelgono il loro piano di studi, ma proprio per questo torna in vigore la lezione frontale, poiché, checché ne dicano i pedagogisti e i sociologi, in certi contesti essa continua ad vere un suo valore insostituibile. Inoltre, il liceo finlandese non ha risolto il problema del costo dell'istruzione e dell'anticipa