Prove INVALSI: l’accento sulla esperienza della realtà - di Luigi Gaudio



C'è una cosa cui ci costringono le prove INVALSI, che nel prossimo mese di maggio riguarderanno non più solo le scuole del primo ciclo, ma anche quelle del secondo ciclo: ed è fare i conti con la realtà, con l'esperienza.



Il limite della scuola italiana, lo si è sempre detto, è proprio la distanza dalla realtà, l'autoreferenzialità, per cui quello che sa fa a scuola rischia di non avere niente a che fare con quello che avviene fuori dalla scuola. Si crea così un mondo a parte, con le sue leggi, le sue regole, che nulla hanno a che vedere con il resto della vita. Ebbene, le prove INVALSI ci costringono invece a rivedere il nostro curriculum, a rapportarlo più saldamente con la realtà, e questo in tutte le materie oggetto dei test.
Anzitutto in Italiano, poiché l'accento è posto sui testi, sulla comprensione dei testi e, e non sulla terminologia narratologica fine a se stessi (punto di vista, flashback, ecc….).
Poi in matematica, soprattutto in matematica.

In generale, o le materie scientifiche ci aiutano ad affrontare la realtà, con tutti i suoi problemi quotidiani e spesso imprevedibili, oppure non hanno senso.
Per questo o il docente è lui il primo a fare esperienza, a fare quotidiane esperienze, in cui mette in gioco i criteri e i metodi che propone ai suoi alunni, oppure il suo ruolo è ininfluente, se non addirittura negativo, per la formazione del ragazzo.
È venuto il momento in cui lasciare da parte gli schemi mentali da moltiplicare, e far entrare prepotentemente a scuola la realtà.



Attenzione, però: non è detto che ci sono alcune materie privilegiate in questo affronto diretto della realtà (es. chimica, tecnologia, fisica) ed altre pregiudizialmente astratte 8es. matematica o filosofia).

Può essere astratto anche il modo in cui si pone un insegnante di chimica.

D'altra parte, la realtà non è fatta solo di fenomeni fisici, chimici, ma è fatta anche dell'uomo. La realtà di cui parla la matematica, per esempio,  è il soggetto uomo. La matematica non sussisterebbe se non fosse lo sguardo dell'uomo sulla realtà. La matematica corrisponde ad una serie di rappresentazioni della realtà da parte dell'uomo. Non bisogna credere che l'astrazione non abbia alcun rapporto con la realtà. L'astrazione matematica non allontana dalla realtà.



Scusate il gioco di parole, ma se il discorso sembra un po' astratto, invito a provare qui sotto, per verificare in concreto:


 



  • Esempi di prova per la scuola secondaria di secondo grado












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    Luigi Gaudio






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