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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

Vademecum per i genitori: cose da fare e da evitare

Pubblichiamo una specie di decalogo, tratto dall'articolo "Genitori non scoraggiate i figli, provate a rafforzare il loro Io" della psicologa Silvia Vegetti Finzi, docente di Psicologia dinamica all'Università di Pavia, convinti, per esperienza personale, che il mestiere più difficile, oggi come oggi, sia quello dei genitori, e prorpio per questo, occorre essere aiutati. Da non dire Minacciare «Se non studi, niente uscite il sabato sera e niente paghetta per due mesi» Promettere «Se studi ti compro la moto e ti pago il viaggio con gli amici» Lodare eccessivamente «Sei così brillante, intelligente, non ha quasi bisogno di studiare!» Svalutare «Sei un incapace, resterai per sempre un fallito» Caricare di responsabilità «Mi aspetto il massimo. Non mi devi deludere» Da dire Parlare «Ho visto che la scuola non va bene. C'è qualcosa che non va?» Incoraggiare l'impegno «Apprezzo i tuoi sforzi. Mi fido che farai del tuo meglio» Aiutare l'autostima «Questa materia

Gli insegnanti non sono contenti di protestare - di Luigi Gaudio

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I collegi docenti e le aule insegnanti sono in mano ai professori più esagitati e incattiviti. Le contestazioni si moltiplicano. La maggioranza si accoda, ma dentro di sé non è contenta. Le mozioni vengono approvate all'unanimità, o quasi, e i docenti che la pensano diversamente si schermiscono e ritengono che non valga la pena di discutere di scuola o di apprendimento, perché non sembra questo l'oggetto del contendere. Il collegio rifiuta all'unanimità la proposta ministeriale di valutazione delle scuole e dei docenti, ma molti insegnanti sono consapevoli che l'assenza di una valutazione è tra le cause principali di una mancanza di stima e di professionalità della categoria. Il Collegio delibera di non effettuare   gite e viaggi di istruzione nell'anno in corso, ma un docente sa che il viaggio di istruzione, se ben preparato e organizzato, è un incontro fondamentale con la realtà fuori dalla scuola, e costituisce la possibilità di una convivenza umana più stretta e

La Bellezza rende tale un’aula scolastica – Luigi Gaudio

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Alcune riflessioni di questa settimana, come quella di Stefano Versari sul sito ADI, e quella di Silvano Tagliagambe sul sito Education due punto zero, mettono profondamente a tema il seguente interrogativo: "può un ambiente scolastico favorire l'apprendimento?" Noi siamo convinti di questo, senza raggiungere eccessi radicali di comportamentisti o altri. Per questo, riportiamo qui sotto alcuni passaggi dell'intervento di Stefano Versari nel corso della introduzione al seminario internazionale: "Il dito e la luna", organizzato dall'ADI (associazione Docenti Italiani) a Bologna il 25 e 26 febbraio 2011. La nostra mente ha bisogno di luoghi privilegiati, deputati, di dimore in cui essere favorita e sostenuta nella sospensione del tempo in cui il pensiero si sofferma. Non a caso il termine aula deriva dal greco e sta , in una delle sue accezioni, per dimora . Dunque l'aula è la dimora scolare in cui si esercita l'azione del pensiero. Chiediamoci al

Le competenze in Francia – di Luigi Gaudio

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La Francia ha costruito un livello delle competenze in tre tappe, corredato dai compiti degli insegnanti, comprese le prove di valutazione, che porta alla costituzione di un libretto delle competenze che accompagna l'alunno lungo tutto il corso di studi. Riportiamo gli articoli dal 6 al 9 del Decreto n. 2007-860 del 14 maggio 2007, che riusciamo a leggere con facilità anche noi, che non abbiamo competenze in lingua francese. Teniamo presente che il "college" equivale più o meno alla nostra scuola media, e che il "socle commun" è lo zoccolo comune di conoscenze e di competenze, dettagliato nella normativa francese. Speriamo che questa lettura sia di buon auspicio e fonte di cambiamento per chi, tra noi, ha salutato con un pregiudiziale rifiutato a suo tempo la proposta del portfolio delle competenze di morattiana memoria, e oggi rifiuta ogni apertura alla certificazione progressiva e continua delle competenze Article D311-6 Le livret personnel de compétences e

Meglio le indicazioni nazionali delle Linee Guida – di Luigi Gaudio

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Osservando i documenti del riordino del secondo ciclo, siamo arrivati alla conclusione che, nell'ottica delle competenze, le Indicazioni Nazionali dei Licei diano più spunti utili agli insegnanti rispetto alle Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali. Qualcuno sbrigativamente, o ideologicamente, perché gli è antipatico Max Bruschi, o chissà per quale altro motivo, va dicendo in giro che le Indicazioni Nazionali dei Licei sono scritte secondo la vecchia logica dei programmi, mentre le Linee Guida dei Tecnici e dei Professionali indirizzano verso una scuola delle competenze. Io non sarei così schematico nel separare il bene dal male. Diciamo che il Riordino dei Licei ha avuto un iter diverso rispetto a quello dei Tecnici e dei Professionali, ma sul versante delle competenze le indicazioni nazionali danno una direzione di lavoro più dettagliata rispetto alle Linee Guida, e sarebbe pregiudiziale e ideologico dire che non cambiano nulla, senza averli letti. Facciamo un esempio concre

Giuste le tracce impreviste all'esame di stato – di Luigi Gaudio

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E' giusto che all'esame di stato ci siano compiti imprevisti, perché il nostro diploma dovrebbe corrispondere al livello 4 dello standard EQF, in cui (a differenza del livello 3) l'alunno deve essere in grado di affrontare situazioni non note. Accade sempre più spesso che nel corso dell'esame di stato qualche candidato esca con affermazione di questo genere: "Ma questa cosa non l'avevamo studiata in letteratura" nel corso della prima prova. Oppure: "Questo argomento non faceva parte del programma" nella materia della seconda prova. Infine, una lamentela del genere compare anche durante la terza prova, soprattutto se a elaborarla è qualche commissario esterno. Risultato: sembra esserci il diritto che le prove di esame siano tutte in linea con le prove già effettuate durante l'anno. Vale la pena, allora, di far presente ai ragazzi, che ciò che distingue il diploma dalla qualifica è proprio la capacità di applicare le proprie conoscenze ad una s

Smentiti gli uccelli del malaugurio del riordino – di Luigi Gaudio

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Riforma epocale o disastro epocale? Nessuno dei due. Il riordino delle superiori si è dimostrato, ad un anno di distanza dalla sua introduzione, per quello che era sin dall'inizio: un riaggiustamento e una razionalizzazione dell'esistente. Sapete cosa succede alla fine di ogni anno solare? Succede che ci si accorge che le profezie fate all'inizio dell'anno sono state vistosamente smentite dalla realtà. Solo che nessuno, o quasi nessuno, si prende la briga di controllare l'avvenuta realizzazione di oroscopi e pronostici. La stessa cosa sta avvenendo nelle scuole. Sarebbe infatti interessante leggere i proclami o i presagi relativi al riordino del secondo ciclo di un anno fa circa. Scopriremmo che non si è realizzato nessuno dei cambiamenti epocali, in meglio o in peggio, auspicati o paventati. In realtà la scuola superiore ha percorso i suoi soliti binari e il riordino è stato troppo poco rivoluzionario. Certo, si sono sistemate alcune storture del passato, come il b

Prove INVALSI: l’accento sulla esperienza della realtà - di Luigi Gaudio

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C'è una cosa cui ci costringono le prove INVALSI, che nel prossimo mese di maggio riguarderanno non più solo le scuole del primo ciclo, ma anche quelle del secondo ciclo: ed è fare i conti con la realtà, con l'esperienza. Il limite della scuola italiana, lo si è sempre detto, è proprio la distanza dalla realtà, l'autoreferenzialità, per cui quello che sa fa a scuola rischia di non avere niente a che fare con quello che avviene fuori dalla scuola. Si crea così un mondo a parte, con le sue leggi, le sue regole, che nulla hanno a che vedere con il resto della vita. Ebbene, le prove INVALSI ci costringono invece a rivedere il nostro curriculum, a rapportarlo più saldamente con la realtà, e questo in tutte le materie oggetto dei test. Anzitutto in Italiano, poiché l'accento è posto sui testi, sulla comprensione dei testi e, e non sulla terminologia narratologica fine a se stessi (punto di vista, flashback, ecc….). Poi in matematica, soprattutto in matematica. In generale, o

Stimolare la capacità critica nei confronti dei "media" - di Luigi Gaudio

Il compito del docente, quando ci si accosta alla TV e alle nuove tecnologie è particolarmente importante. Appropriarsi dei linguaggi della tecnologia è un esercizio che non è fine a se stesso, ma che dovrebbe dotare gli studenti di quegli strumenti che possono permettere loro di non cadere nei tranelli della comunicazione di massa. Approfondiamo il discorso sulla TV (1) e sui nuovi media (2). 1) Per quanto riguarda la Tv, il potere che essa esercita è dovuto spesso alla mancanza di consapevolezza dei mezzi utilizzati. Ad esempio, i gesti e i volti dei protagonisti, le inquadrature e il mixaggio di una trasmissione, non sono neutri. Essi sono anzi gli strumenti attraverso i quali lo spettatore è condotto a pensare non con la sua testa, ma lasciandosi influenzare dal mezzo. Rendersi conto di questo, magari facendo una ricerca su una trasmissione, con tanto di analisi delle posture, degli sguardi in macchina, delle inquadrature dei particolari, ecc…, oppure confrontando il modo diverso i

Immaturi: ecco i guai del valore legale titolo di studio - di Luigi Gaudio

Il Tribunale di Palermo ha condannato alcuni presidi e impiegati di istituti privati che distribuivano titoli falsi, ed ha annullato la validità del diploma di oltre cento persone. Sembra la trama del film "Immaturi", ma certe volte la realtà supera la fantasia Eppure ci sarebbe un modo molto semplice per evitare il proliferare di diplomifici: l'annullamento del valore legale del titolo di studio. In questo modo, il Diploma del Liceo varrebbe in quanto Diploma di Quel Liceo, non in quanto titolo statale, insomma acquisterebbe un valore sostanziale solo se davvero in quella scuola si lavora in un certo modo, non perché c'è il timbro dello stato. Tuttavia, come in tutto ciò che riguarda la scuola, in Italia c'è un immobilismo preoccupante anche su questo fronte, e intanto si moltiplicano le disparità e le ingiustizie, ed una persona è avvantaggiata dal suo "cento" acquisito in una scuola più "facile", mentre un'altra è penalizzata perché nell