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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Sapete che nei licei finlandesi predomina la lezione frontale? – di Luigi Gaudio

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La lettura del testo Tre anni dopo: Paul Robert rivisita le scuole finlandesi   sul sito dell'ADI (Associazione Docenti Italiani) è molto interessante, perché l'autore Paul Robert è costretto ad ammettere che la Finlandia, la terra dell'insegnante "vicino agli allievi piuttosto che dietro la cattedra" (ma questo vale per la primaria) in realtà, quando si tratta di indirizzare gli studenti agli studi superiori, tra lezioni frontali e monologhi dei professori, è molto tradizionale. Certo, vi   è un forte accento sulla responsabilità dello studente, che è molto spiccata in una struttura scolastica liceale quasi pre-universitaria, in cui gli studenti scelgono il loro piano di studi, ma proprio per questo torna in vigore la lezione frontale, poiché, checché ne dicano i pedagogisti e i sociologi, in certi contesti essa continua ad vere un suo valore insostituibile. Inoltre, il liceo finlandese non ha risolto il problema del costo dell'istruzione e dell'anticipa

Certificare le competenze … in Svizzera - di Luigi Gaudio

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Mentre noi ci stiamo affannando e, come sempre, non programmiamo prima le cose, ma le facciamo solo se costretti da una imposizione esterna, o da una scadenza, gli Svizzeri da tempo hanno lavorato sugli standard di valutazione delle competenze. Si tratta di un insieme di rubriche delle competenze, cioè un elenco di criteri che vanno applicati alle singole attività didattiche, le abilità che si vanno a verificare. In realtà anche in Italia c'è chi ha lavorato (per esempio nella provincia di Treviso) da tempo in questo campo, ma la cosa bella della Svizzera è che, alla fine, si è giunti a mettersi d'accordo su questi standard, e così tutti gli alunni svizzeri sanno che saranno valutati su questi aspetti, nella lingua di scolarizzazione (lingua 1), nelle lingue straniere (lingua 2), in matematica e nelle scienze naturali. Per nostra fortuna, una di queste "lingue di scolarizzazione" è appunto l'italiano, e così ci è possibile comprendere facilmente se questi standard

Cari docenti, vogliamo smetterla di fare i retrogradi? – di Luigi Gaudio

Impauriti dagli scrutini elettronici; ignoranti sulle LIM; lontani anche solo dal pensare ad utilizzare cellulari, i-pod, e-book nella didattica; orgogliosamente, testardamente ed esclusivamente legati alla penna e al quaderno: così mi immagino i docenti italiani. Tuttavia, non preoccupatevi. In realtà so bene che non è così, nel senso che i docenti che si accostano alle tecnologie per scopi didattici sono aumentati molto in questi ultimi anni. Volevo solo lanciare una provocazione ai miei colleghi, come quando una mamma sgrida i suoi bambini perché vuole loro bene. Una indagine di Avg, l’ azienda dell’antivirus scaricato da molti nella sua versione freeware, dimostra che il 25% dei bambini fra 2 e 5 anni sa navigare in internet. Per una generazione simile, che arriverà sui banchi fra poco, pensare ad una scuola non interattiva vuol dire già in partenza preventivare uno stato di difficoltà di inserimento e integrazione nelle nostre aule vetuste, come quando due persone parlano due ling

E basta con questi genitori che vogliono fare gli avvocati dei figli! - di Luigi Gaudio

Gli ultimi casi e la polemica scoppiata al Liceo Parini di Milano sono la punta di un iceberg, su cui è arrivato il momento di fare chiarezza, non per difesa d'ufficio della categoria, ma per amore della verità. È ora di finirla con questi genitori giornalisti, genitori avvocati, genitori manager, genitori imprenditori, genitori qualsivoglia, (e, cosa ancora peggiore, genitori docenti) che vogliono a insegnarci la professione dell’insegnante. Dal momento che si ritengono così esperti e competenti, perché non hanno scelto la nostra professione, invece della loro? Scusate lo sfogo, ma probabilmente voi, che insegnate in altre parti di Italia, non avete idea della invadenza genitoriale, che a Milano ha assunto livelli davvero preoccupanti, con i figli che stanno a guardare, contenti del fatto che, a casa, non trovano chi dà man forte al progetto educativo della scuola, ma chi asseconda il loro disimpegno, con la scusa della incapacità del docente. Come non capire, quindi, come mai ben

Cosa c’entra Gardner con Don Giussani? - di Luigi Gaudio

Mi ha colpito la singolare convergenza intellettuale di due persone che appaiono tra loro, per il resto, indubbiamente diverse, per non dire in contrasto, su molti altri aspetti. Eppure, è possibile rileggere il senso religioso con le parole di Gardner e le intelligenze multiple con le parole di Don Giussani, come dimostrerò qui sotto. IL SENSO RELIGIOSO CON LE PAROLE DI GARDNER Riguardo le questioni fondamentali della vita, quelle che per Don Giussani costituiscono il substrato profondo di ogni uomo, dice Gardner nel corso di una intervista rilasciata a John Brockman: “Ci sono domande a cui ogni essere umano è interessato fin dalla tenera età. Sono domande che i bambini fanno continuamente: "Chi sono, da dove vengo, di che cosa è fatto questo, che cosa mi capiterà, perché la gente fa la guerra, perché c'è l'odio? Esiste un potere superiore?" Domande di questo tipo, anche se i bambini di solito non le fanno con queste parole, sono presenti nei loro giochi, nelle loro

La versione di latino palestra delle competenze, dal noto al non-noto - di Luigi Gaudio

In questi giorni ho osservato alcuni alunni di liceo scientifico e ho scoperto che la versione di latino (ma vale anche per quella di greco per gli alunni del classico) risulta essere uno scoglio quasi insormontabile. Proprio di questi tempi, in cui sta scoppiando, soprattutto alle superiori (negli altri ordini di studi l’effetto si è diluito negli anni) la fobia dei test INVALSI, mi chiedevo qual è il rapporto fra le prove di valutazione che usualmente facciamo con i nostri alunni in classe, e questi nuovi “test”. Mi è venuta al proposito la famosa espressione del prof. Dario Antiseri, secondo la quale in un liceo scientifico la prova più autenticamente scientifica è la versione di latino. Sintetizzando queste riflessioni sparse, sono giunto alla conclusione che per prepararsi ai test INVALSI non occorre fare altro, se non quello che già facciamo, nel momento in cui costringiamo i nostri ragazzi a fare un compito non ripetitivo o meccanico, ma un compito che costringe a passare dal no

Fra le sette intelligenze di Gardner, qual è quella più importante per essere docenti? – di Luigi Gaudio

Alla domanda che ci siamo posti nel titolo risponde Gardner stesso affermando che non è quella linguistica o logico-matematica (in una parola potremmo dire “disciplinare) ma è quella interpersonale. Egli dice infatti che la intelligenza interpersonale è “come quella dei commercianti o degli insegnanti . Qualcuno potrebbe scandalizzarsi: “Come? Assimilati ai venditori? Magari velatamente considerati venditori di fumo? No. Non è il caso di scandalizzarsi. Gardner non fa altro se non constatare che il nostro lavoro poggia, senz’altro, su una solida preparazione disciplinare, ma non solo. Gardner non è affatto un dispregiatore delle discipline. Anzi, in parecchi testi e interviste, ha puntualizzato il loro ruolo insostituibile. Tuttavia, esiste, nella professione del docente, un’attenzione da porre alla persona che abbiamo davanti (l’alunno) che deve essere preminente rispetto alla attenzione per il contenuto disciplinare, altrimenti si corre il rischio che il nostro lavoro sia del tutto i

Meglio chiamarlo preside o dirigente? - di Luigi Gaudio

I paradossi dell'etimologia. È capitato ad alcuni dirigenti che qualcuno chiedesse loro se preferivano essere definiti preside o dirigenti scolastici. Dalla risposta che ha dato l’uno o l’altro, possiamo trarre alcune riflessioni importanti sulla figura del leader educativo. Se preferisce essere chiamato dirigente, è perché fa riferimento ad una normativa ormai consolidata. Con l’autonomia, i presidi e i direttori didattici sono diventati dirigenti statali a tutti gli effetti, assimilabili agli altri dirigenti della pubblica amministrazione in tutto e per tutto (tranne lo stipendio). Se preferisce essere chiamato ancora preside (nel caso delle scuole secondarie) o direttrice, direttore, e perfino DD (pronuncia didì) è perché preferisce instaurare con i lavoratori della sua scuola un rapporto meno freddo e distaccato. Eppure, a ben guardare, tra preside e dirigente, è proprio il termine “preside” a richiamare un maggiore rigore e una maggiore disciplina, in quanto è di derivazione m

Il compito didattico del dirigente scolastico – di Luigi Gaudio

Per delineare il compito educatico di un dirigente scolastico, mi vengono in aiuto le osservazioni fatte dal professor Nicoli durante un corso DISAL di preparazione al concorso per dirigenti scolastici. La questione su cui dibatteva il professor Nicoli era la seguente: come può un preside incidere sulla didattica? Pare che la emanazione dei decreti delegati (in particolare il 416 del 1974) abbia tolto al dirigente scolastico una funzione ispettiva e decisionale sulla didattica, che era una sua prerogativa in precedenza. È chiaro, invece, che da quando esiste un “collegio docenti” il luogo deputato, l’organo tecnico per le decisioni in ordine alla didattica è proprio il collegio docenti. Ora, a parte il fatto che il dirigente scolastico presiede il collegio docenti, c’è comunque il rischio che, preso da mille altri problemi di carattere amministrativo e burocratico, il dirigente non si occupi più di didattica. Ritengo questo un rischio da combattere con decisione. Il dirigente scolastic

Peer education - di Luigi Gaudio

Da un po' di tempo osservo le abitudini di studio di mia figlia, che è una liceale, e noto che quasi tutti i giorni si trova a ripassare con una compagna di classe diversa. A parte il fastidio di doverla scarrozzare da una parte all'altra di Milano, mi chiedevo fino a che punto una pratica di socializzazione così frequente potesse aiutarla davvero nei doveri scolastici, alquanto impellenti per chi, come lei, è iscritta ad un liceo classico. Temevo che i riscontri nella valutazione degli apprendimenti l’avrebbero convinta a studiare di più da sola, piuttosto che continuare a spostarsi da una compagna all’altra, con tutte le distrazioni (musica, mp3, videogiochi e quant’altro) che ben conoscono i genitori della mia generazione. La sorpresa è che, invece di peggiorare, i voti di mia figlia sono migliorati. Mi sono chiesto allora perché, e, forse, ho trovato una risposta grazie anche a quanto studiato durante il master universitario con il prof. Bertagna e nel corso di alcune lezio

Burnout dei docenti: i presidi fanno orecchie da mercante - di Luigi Gaudio

Un interessante articolo del giornale La Stampa del 22 marzo 2011, che riportiamo qui sotto, mette nuovamente a tema lo stressqa da lavorto correlato, sul quale i dirigentiu scolastici non mostrano sempre la dovuta attenzione. I docenti possono fare riferimento, per affrontare il problema, allo sportello SPORTELLO 'IO TI ASCOLTO' di Diesse Lombardia. Lo Sportello è aperto ogni mercoledì dalle16 alle 19. Per parlare con la responsabile o per fissare un appuntamento, occorre telefonare al n.  02-45485517  02-45485517 . Per prendere contatti si può anche scrivere un’ email a sportelloiotiascolto@diesselombardia.it . Responsabile del progetto è Anna Di Gennaro. Referente scientifico del progetto è Vittorio Lodolo D’Oria. Aiuto, mi è scoppiato il prof Lo stress in classe «Burnout» sempre più frequente ma i presidi non sono ancora formati per fare prevenzione e adottare iniziative utili. La relazione al Collegio medico è sentita come azione di mobbing La Stampa – 22 marzo 2011 - m

Dubet: anche in Francia si prolunga troppo la carriera dello studente - di Luigi Gaudio

L'articolo seguente del sociologo francese Dubet, pubblicato sul sito dell'ADI (Associazione Docenti Italiani ) conferma che anche in Francia è sempre più diffusa la professione dello studente, come da noi affermato nel precedente articolo: Basta con la professione dello studente   " Gioventù sacrificata o imprigionata in una scolarizzazione troppo lunga? ADI - 18 marzo 2011 Proponiamo questo articolo del grande sociologo francese François Dubet, che è stato uno dei relatori al nostro ultimo seminario internazionale, “Il dito e la luna”, del 25 e 26 febbraio u.s . La tesi di Dubet, sostenuta da comparazioni internazionali, è che le disuguaglianze sociali risultano tanto più forti quanto più i diplomi giocano un ruolo decisivo nell’accesso all’impiego. E’ dunque sbagliato ed illusorio pensare che il merito scolastico possa o addirittura debba mitigare le differenze sociali e che una scuola che ridia credibilità ai suoi esiti non sia un elemento di equità sociale che ridim

Andrea Ichino: un voucher per accedere all'istruzione pubblica

Un articolo di Andrea Ichino sul Sole 24 ore di sabato 19 marzo 2011 rilancia, da sinistra, l’idea di un voucher per finanziare le scuole. La rivisitazione del concetto stesso di scuola pubblica, secondo Ichino, non porterebbe necessariamente a scuole “monocolore”, cioè strettamente orientate in senso ideologico, ma potrebbe portare a scuole veramente pluraliste, “scuole arcobaleno” come le definisce lui (evitando ogni connotazione politica). È nostra ferma convinzione, supportata anche dalle parole di Andrea Ichino (PD), che solo un regime di responsabilità delle scuole può favorire una ripresa anche della scuola statale in Italia. Una scuola arcobaleno Il Sole 24 ORE – 19 marzo 2011 Andrea Ichino Il dibattito sulla scuola pubblica è tornato alla ribalta tra dichiarazioni mediatiche e manifestazioni di piazza. Ma è un dibattito che in realtà richiederebbe riflessioni più meditate e meglio informate. Sono due i motivi più rilevanti per affidare allo Stato, invece che a privati, l'i

Basta con la professione dello studente! - di Luigi Gaudio

Una recente indagine del professor Ulrich Tiechler, dell'Università tedesca di Kassel, mette a nudo una realtà che spesso ignoriamo, cioè che i nostri studenti universitari sono quelli più lontani dal mondo del lavoro, rispetto ai coetanei europei. Ci vengono in mente i nostri tempi, quando spesso un universitario era costretto a lavorare, per potersi permettere gli studi. Oggi, certamente, c’è anche meno richiesta e meno possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. Però c’è talvolta anche mancanza di iniziativa, di intraprendenza. Poi non ci si può lamentare troppo se alla fine del percorso non si trova un posto di lavoro. Se un giovane non ha mai creato i presupposti, non può pretendere di trovare un posto subito dopo la laurea, in linea con i suoi studi. Una parte della colpa ce l’hanno anche le famiglie, che giustificano e assecondano sempre i figli, senza metterli di fronte alle loro responsabilità, correi di un notevole ritardo. I nostri giovani sono gli ultimi a diplomarsi

Quando l'apprendistato formativo arriverà anche in Italia? - di Luigi Gaudio

La cosa che balza all’occhio, comparando le caratteristiche dell’obbligo nei paesi europei, è il fatto che, a partire dai 15 anni, in molti paesi europei è possibile espletare l’obbligo formativo non solo a scuola, ma anche presso altre strutture. Ci riferiamo in particolare all’apprendistato formativo presso le aziende. Il rapporto fra scuola e azienda, infatti, in molti paesi europei, a differenza di quanto avviene in Italia, è più stretto e consolidato da tempo. In Belgio, Germania e Polonia, dopo i 15 anni, solo una parte del tempo è svolta obbligatoriamente a scuola, mentre un’altra parte del tempo il giovane può trovarsi già in azienda. Per approfondire, guarda il mio video e leggi i miei articoli: Apprendistato - rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro Apprendistato Apprendistato: non tutto il male vien per nuocere di Luigi Gaudio su education 2.0 Alternanza scuola-lavoro dovrebbe essere non un episodio, ma la norma nella scuola, di Luigi Gaudio Alternanza Scuola-Lavoro

Autopresentazione di Luigi Gaudio

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Luigi Gaudio autopresentazione del webmaster di atuttascuola Intro Avete mai sentito di un professore di Italiano e Latino che ha una passione esagerata per il computer (crea siti web, tiene corsi di informatica a studenti e corsi di aggiornamento per insegnanti) ed un'altra, da tempo quasi immemorabile, per la musica (compone canzoni e fa intrattenimenti musicali di vario genere)? Credo di no, non fosse altro perché io sono unico, come ognuno di voi. Tutta, o quasi, la mia esperienza didattica l'ho riversata, e la riverso con frequenza quasi quotidiana nel sito atuttascuola.it .  Che siate studenti o insegnanti, vi conviene visitarlo spesso, perché ci sono molte cose interessanti. E non perdete le mie lezioni scolastiche , le mie letture e il podcast scene di vita scolastica (ce n'è d'avanzo per sentirmi ... in azione) La mia prima passione, in ordine di tempo, è stata la musica, da quando mio fratello mi ha regalato una chitarra nel lontano 1978, o, ancora prima, d

Non ci interessano le guerre di religione fra scuola statale e scuola “privata” - di Marco Lepore Ufficio Stampa FOE

Non ci interessa nemmeno la sopravvivenza della scuola paritaria in una eventuale “riserva indiana”. Ci siamo sempre battuti per la libertà di tutti, e proprio per questo desideriamo che nel nostro Paese esista un buon sistema di istruzione integrato. Buono Buono, perché valutato da un sistema esterno che vigili sul raggiungimento degli obiettivi minimi di apprendimento e sulla conformità alle norme generali sull’istruzione. Buono, perché pienamente in grado di adattare la propria offerta, in modo creativo e responsabile, alle esigenze delle famiglie e del territorio. Buono, soprattutto perché desideroso di offrire agli studenti gli strumenti per conoscere, valutare, indagare criticamente, cercare la verità e il senso delle cose; insomma, per crescere come persone e cittadini. Non ci interessano le polemiche, strumentali e faziose, sulla Costituzione e sulla scuola “pubblica”. Polemiche suscitate ad arte in questi ultimi giorni attraverso, ancora un volta, un lettura parziale e deform

Più corretto parlare di sistema pubblico, non di scuola pubblica contrapposta a privata - di Luigi Gaudio

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Bisognerebbe dire a Silvio Berlusconi e ai suoi tanti detrattori che distinguere utilizzando i termini "scuola pubblica" e "scuola privata" è scorretto da un punto di vista giuridico. Infatti il Ministro Berlinguer con la legge 62 del 2000 ha creato un Sistema Nazionale (il Sistema Pubblico) di cui fanno parte le scuole statali e le paritarie. Vale la pena quindi di evitare le contrapposizioni, perché gli uni e gli altri (noi statali e loro non statali) concorrono ad uno scopo comune ed essenziale per il nostro paese: l'educazione e l'istruzione dei nostri figli. Gli uni e gli altri svolgono un servizio pubblico, i primi in una scuola (o istituzione) statale, gli altri in una scuola non statale. Luigi Gaudio se vuoi tenerti informato sulle cose che faccio, sottoscrivi la newsletter gaudio.org in questa pagina web http://www.gaudio.org/news/?p=subscribe&id=1  e conferma l'iscrizione cliccando sulla email di conferma

Ma siamo proprio sicuri che Mastrocola, Rondoni e Israel abbiano sempre torto? – di Luigi Gaudio

Da un po' di tempo alcuni insegnanti lanciano messaggi controcorrente, molto criticati: Paola Mastrocola con "Togliamo il disturbo", Giorgio Israel con la riproposizione dei tanto bistrattati "programmi", e Davide Rondoni con la sua proposta di rendere facoltativa la letteratura a scuola. Nutriti da decenni di pedagogia di Don Milani, Freire e Cousinet, siamo naturalmente portati a considerare queste persone degli ignoranti dal punto di vista pedagogico, degli incompetenti che ci vorrebbero portare irrimediabilmente indietro, ad una scuola di élite, ad una concezione pedagogica fortemente arretrata ed ottocentesca. Questi giudizi fanno il paio con i giudizi altrettanto drastici che molti formulano nei confronti di quegli insegnanti che si mostrano più rigidi nelle valutazioni e nelle bocciature. Proprio in questi giorni è stata diffusa la notizia della decisione da parte di un ministro austriaco di abrogare le bocciature, e c'è chi ha proposto di seguirne l&

I tagli non finiscono mai – di Luigi Gaudio

Una volta Eduardo De Filippo diceva “gli esami non finiscono mai”. Adesso forse sarebbe il caso di dire “i tagli non finiscono mai”. Leggiamo infatti da “Italia Oggi” di martedì 8 marzo, che in dieci anni saranno fuori dal sistema 270 mila professori, di cui 38 mila solo nel 2012. Un dossier della CISL del 9 marzo 2011 parla della perdita di 81.120 cattedre negli ultimi tre anni (il 12% dei docenti a casa). Non è nostra intenzione alimentare una polemica sterile su questo argomento. Occorre, però, dare dei segnali nel senso di una nuova attenzione nei confronti della scuola dal punto di vista dell’investimento: se tagli devono esserci, che siano però, almeno, accompagnati da una seria politica di incentivazione delle buone pratiche, e dei buoni insegnanti.

Valutiamo la sperimentazione sulla valutazione - di Luigi Gaudio

Una volta conclusa la partita della sperimentazione della valutazione dei docenti ad opera degli stessi docenti, proviamo a fare le pagelle dei vari uomini in campo, proprio come si fa dopo una domenica di campionato,  dopo il triplice fischio finale del 7 febbraio, termine ultimo per l’approvazione da parte dei collegi docenti del progetto di sperimentazione in materia di valutazione dei docenti. Come accade anche per le pagelle sportive, anche la nostra è molto opinabile, e soggetta a probabili voti alternativi, Fondazioni: 10 - Che ci siano degli enti come la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, e la Fondazione Giovanni Agnelli, oltre alla l’Associazione TreeLLLe , nel Comitato Tecnico Scientifico che ha proposto la sperimentazione è una piacevole sorpresa. Presenze di questo tipo aprono la speranza di un incontro e di un confronto sempre più aperto e costruttivo tra il mondo della scuola, spesso un po’ autoreferenziale, e il mondo “dell’economia e dell’industria”

Libri di testo: nel futuro sempre più e-book

Provare a immaginare un’aula senza borse in cui inciampare tra i banchi. Pensare ai primi giorni delle elementari senza le cartelle pronte a creare generazioni di schiene piegate e alle mani senza macchie di inchiostro alla quinta ora. È la didattica 2.0 come se la immaginano a « Ebook Lab Italia », l’evento dedicato all’editoria digitale Negli ebook si legge il futuro della scuola La Stampa – 5 marzo 2011 Tra didattica 2.0 e proposte per lo sviluppo del mercato del libro elettronico, oggi si chiude a Rimini "Ebook Lab Italia" Rimini Provare a immaginare un’aula senza borse in cui inciampare tra i banchi. Pensare ai primi giorni delle elementari senza le cartelle pronte a creare generazioni di schiene piegate e alle mani senza macchie di inchiostro alla quinta ora. È la didattica 2.0 come se la immaginano a « Ebook Lab Italia », l’evento dedicato all’editoria digitale in collaborazione con Simplicissimus Book Farm, che si chiude oggi a Rimini Fiera. Tre giorni di incontri c

Interessante opportunità per seguire lezioni scolastiche... stando a casa - di Cristina Rocchetto

Scrivo sul Webgiornale dopo tanti anni trascorsi nel silenzio: tra il 2005-2006, infatti, ancora residente in Germania, ho curato per questo sito la rubrica “Finestra aperta su”; in Italia dall’inizio del 2007, ho recentemente ripreso a curare un’altra rubrica per un altro sito ( http://www.socialidarity.it/ , “Lavoro? Chi cerca trova”) dalla quale offro consulenze ed orientamento a chi cerca lavoro, dando anche una mano nella compilazione della lettera di accompagnamento al proprio curriculum vitae (CV); sul sito sono in rete indicazioni pratiche per rendere più efficace la propria ricerca di lavoro e sono offerti altri servizi e forme di consulenza, che potrebbero tornare utili anche al cittadino emigrato, perciò tengo a segnalare la sua esistenza. Ho mantenuto nel frattempo la promessa fatta a me stessa di dedicare uno studio al problema del sistema scolastico tedesco, della sua selettività, dunque della sua impostazione fondamentalmente discriminativa (“discriminare” vuol dire “div